La guardo da dieto gli occhiali da sole, la osservo dietro
il vetro scuro che protegge le emozioni che mi invadono, mi calpestano, mi
immobilizzano con lo sguardo fisso su di lei. La guardo da dietro le lacrime e
mi stupisco. L’ho fatta io quella bocca? Io le ho fatto quei capelli che le
incorniciano così bene il viso? Uno alla volta nel mio grembo Dio li ha filati
con pazienza, e io che ero la custode di questo progetto stupendo dormivo e non
lo sapevo che avrei pettinato i capelli che Dio aveva deciso per lei. E quegli
occhi? Sono del colore del mare quando tempesta, il mare l’hanno bevuto quegli
occhi grandi e il mare che scuote la sua
anima come onde selvagge ha formato il suo carattere forte come gli scogli e
dolce come la sabbia, e spero imparerà a dominarle quelle tempeste che il mare
che si porta dentro le regalerà ogni giorno della sua vita. forse crescendo
imparerà. Ma oggi non voglio insegnarle nulla, la voglio guardare, voglio
guardare quelle mani, quelle gambe e quel bel viso. Non voglio che mi veda, non
voglia che capisca quanto sono commossa nel guardarla mentre semplicemente
cammina sulla spiaggia e guarda quel mare a cui lei ha rubato il colore. Non
voglio spiegarle perché piango. Perché non lo voglio? Perché non mi permetto di
dirle che l’amo? Che l’amo dalla prima nausea, dal primo sguardo, dal primo
sorriso, da sempre? Perché non sono capace di togliermi questi occhiali? Cosa
penserebbe della sua mamma che piange alla sua età!? No oggi voglio solo
guardarla mentre cammina lenta e affacciandosi sull’acqua che ha lasciato la
bassa marea si ferma a guardare il suo riflesso, e si piace, e le sue mani,
quelle mani che sono cresciute nel mio utero ora si fermano sulla sua pancia,
anche quella pancia glie l’ho fatta io, ed ora è piena di vita, piena d’amore. Lei
sta custodendo la vita del suo bambino, lei che era nella mia pancia solo un
attimo fa…
mio nipote nascerà tra pochi mesi, io sarò nonna, mio Dio
sarò nonna, sarò la donna che ha partorito quella madre, quella donna. Le potrò
ancora insegnare? Le potrò ancora dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Forse
si, forse mi chiederà aiuto, forse mi chiederà di mostrarle come lavare il
corpicino di quel bambino. Ma non era ieri che mi chiedeva di raccontargli
quella storia? Sempre quella e io la sbagliavo apposta per lasciarmi
correggere. Non era ieri che mi chiedeva la canzone dell’indiano? E non era
ieri che piangeva ad ascoltare le mie ninnananne senza sapere il perché? scommetto che ora lo
sa il perché…era ieri, e oggi Mia figlia è una donna, è una mamma e come potrei
non piangere? come vorrei correre ad abbracciarla e dirle che sono fiera di
lei! Che sono una stupida vecchia che piange di continuo pensando a lei! E lei
lo sa, perché li vede i miei occhi lucidi. Lo sa e forse un giorno mi perdonerà
se non l’ho abbracciata qui sul mare, se non le ho detto quanto mi batteva il
cuore nel guardarla ascoltare il suo piccolo segreto scalpitante. Mi perdonerà
di certo perché le mamme hanno un cuore grande, e le mamme che hanno il mare
negli occhi sanno amare tanto e sanno vedere le lacrime anche dietro gli
occhiali scuri.
foto by selene possenti
Nessun commento:
Posta un commento