giovedì 7 agosto 2014

...del colore del mare



La guardo da dieto gli occhiali da sole, la osservo dietro il vetro scuro che protegge le emozioni che mi invadono, mi calpestano, mi immobilizzano con lo sguardo fisso su di lei. La guardo da dietro le lacrime e mi stupisco. L’ho fatta io quella bocca? Io le ho fatto quei capelli che le incorniciano così bene il viso? Uno alla volta nel mio grembo Dio li ha filati con pazienza, e io che ero la custode di questo progetto stupendo dormivo e non lo sapevo che avrei pettinato i capelli che Dio aveva deciso per lei. E quegli occhi? Sono del colore del mare quando tempesta, il mare l’hanno bevuto quegli occhi grandi e il mare  che scuote la sua anima come onde selvagge ha formato il suo carattere forte come gli scogli e dolce come la sabbia, e spero imparerà a dominarle quelle tempeste che il mare che si porta dentro le regalerà ogni giorno della sua vita. forse crescendo imparerà. Ma oggi non voglio insegnarle nulla, la voglio guardare, voglio guardare quelle mani, quelle gambe e quel bel viso. Non voglio che mi veda, non voglia che capisca quanto sono commossa nel guardarla mentre semplicemente cammina sulla spiaggia e guarda quel mare a cui lei ha rubato il colore. Non voglio spiegarle perché piango. Perché non lo voglio? Perché non mi permetto di dirle che l’amo? Che l’amo dalla prima nausea, dal primo sguardo, dal primo sorriso, da sempre? Perché non sono capace di togliermi questi occhiali? Cosa penserebbe della sua mamma che piange alla sua età!? No oggi voglio solo guardarla mentre cammina lenta e affacciandosi sull’acqua che ha lasciato la bassa marea si ferma a guardare il suo riflesso, e si piace, e le sue mani, quelle mani che sono cresciute nel mio utero ora si fermano sulla sua pancia, anche quella pancia glie l’ho fatta io, ed ora è piena di vita, piena d’amore. Lei sta custodendo la vita del suo bambino, lei che era nella mia pancia solo un attimo fa…
mio nipote nascerà tra pochi mesi, io sarò nonna, mio Dio sarò nonna, sarò la donna che ha partorito quella madre, quella donna. Le potrò ancora insegnare? Le potrò ancora dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Forse si, forse mi chiederà aiuto, forse mi chiederà di mostrarle come lavare il corpicino di quel bambino. Ma non era ieri che mi chiedeva di raccontargli quella storia? Sempre quella e io la sbagliavo apposta per lasciarmi correggere. Non era ieri che mi chiedeva la canzone dell’indiano? E non era ieri che piangeva ad ascoltare le mie ninnananne  senza sapere il perché? scommetto che ora lo sa il perché…era ieri, e oggi Mia figlia è una donna, è una mamma e come potrei non piangere? come vorrei correre ad abbracciarla e dirle che sono fiera di lei! Che sono una stupida vecchia che piange di continuo pensando a lei! E lei lo sa, perché li vede i miei occhi lucidi. Lo sa e forse un giorno mi perdonerà se non l’ho abbracciata qui sul mare, se non le ho detto quanto mi batteva il cuore nel guardarla ascoltare il suo piccolo segreto scalpitante. Mi perdonerà di certo perché le mamme hanno un cuore grande, e le mamme che hanno il mare negli occhi sanno amare tanto e sanno vedere le lacrime anche dietro gli occhiali scuri.

foto by selene possenti

Nessun commento:

Posta un commento