mercoledì 30 aprile 2014

Pane... di corsa!

Panifici chiusi, famiglia affamata... finito il lievito di birra... aaaarrrgghhh! Che fare in questi casi? mi sono inventata un pane con quello che avevo in casa e l'esperimento è riuscitissimo!

M.te Pizzocco
Tutto parte dal fatto che mi sono ricordata di aver letto di una ricetta del pane con la soda (specialità irlandese che è da provare - il soda bread ) fatto senza lievito di birra ma lievitato in forno con il bicarbonato.

Ho preso 350/400 gr di farina di segale, il restante 100/150gr di farina bianca 00 (per arrivare a fare circa mezzo chilo totale), 250ml di acqua a temperatura ambiente, 50ml di birra, una presa di sale, un paio di manciate di semi di girasole, un cucchiaino di semi di cumino, un paio di cucchiaiate di olio di semi di sesamo, un  cucchiaino di bicarbonato e una bustina di lievito per torte salate (quello che uso di solito per fare i muffin).

Ho mescolato il tutto avendo l'accortezza di mescolare prima gli ingredienti secchi e poi unire il resto, ho impastato piuttosto velocemente (non ho lavorato il tutto per i 10' canonici che uso di solito per il pane normale ma per molto meno tempo diciamo un paio di minuti), ho fatto le pagnottine e ho infornato per circa 20' a 200°C.

Il risultato è stato a dir poco incredibile! Un pane soffice, gustosissimo, veloce, con una buona crosta croccante... da replicare!

Attenzione: le dosi che vi ho scritto sono indicative, ho fatto tutto a occhio e non mi sono scritta nulla... fate le vostre prove!

sabato 26 aprile 2014

A shiver down my spine

Lo sentite anche voi quel brivido che vi corre lungo la schiena?

Ogni volta che cerco un'idea per fare ciò che più o meno ho in mente parte quel brivido, è un misto tra entusiasmo alle stelle e voglia di fare e di sperimentare... è un bisogno impellente che non ti fa dormire la notte perchè pensi e ripensi a come potrebbe venire un progetto, a come fare, ai materiali da usare, a se e come poterli recuperare da quello che già c'è in casa...

E sfogli pinterest e trovi mille idee, e la tua idea iniziale cambia, muta, segue l'onda dei pensieri... e finalmente trovi ciò che più assomiglia a ciò che hai in mente e cominci a lavorarci su...

Ma è letteralmente un work in progress vuoi perchè non ci si lavora per troppi minuti consecutivi si comincia e si lascia lì, si ritorna e si ripianta a metà... un pianto di bimbo, il telefono, la cena da preparare... e quello che era cominciato si tramuta sotto i nostri occhi in qualcosa di diverso...

E il brivido è sempre lì a spingere per finire il lavoro, per buttarci ancora nuovi elementi, perchè nel frattempo hai spulciato altre immagini e ti sei detta... "beh ma perchè non lo faccio così" "perchè non ci aggiungo questo elemento"? E poi il lavoro si scontra inevitabilmente con i nostri limiti... un errore, due e si cambia ancora per rimediare allo sbaglio per colpa del sonno, o perchè non hai capito come fare in quel dato punto...

E poi tutto ad un tratto ti trovi davanti al progetto pressochè completato... tutto diverso da come te lo eri immaginato, un'altra cosa rispetto all'idea di partenza ma sei felice ugualmente perchè è come se il tuo lavoro avesse una vita propria, come se fosse stato lui a spingerti per farlo diventare ciò che è, a guidarti verso il suo compimento.

Lo guardi e sei soddisfatto... ma il brivido non se ne è andato, è sempre lì, una vocina che ti dice "ok, stavolta è andata così, il prossimo giro però devi cambiare questo, questo e quest'altro" ...e come un'onda il bisogno di ricominciare a creare ritorna e si fa pressante... è il momento di iniziare un altro progetto!!!

Ah... mi chiedi che succede se il brivido sparisce mentre crei? Vedi quello scatolone vicino alla postazione di lavoro? sì, quello lì... sono tutti progetti incompiuti che hanno perso il brivido, l'ispirazione e che sono in attesa di mutare ancora, di diventare qualcos'altro!

venerdì 25 aprile 2014

Come ti smonto una T-Shirt...

...per farne dei pantaloni da bimbo!
 E un berrettino in coordinato!

 Ho preso un paio di pantaloni da 6 mesi, un volantino puibblicitario, ho copiato i contorni ed ho ritagliato... et voilà il cartamodello!


Ho preso una vecchia T shirt con un bel turchese allegro, ho spillato il cartamodello sulla maglietta aperta ed ho tagliato!


Ho ripetuto sull'altro lato della Tshirt ed ecco i due pezzi che andranno a formare le due gambe.

Ho aggiunto delle applicazioni sul fondo dei pantaloni e delle taschine ricavate da un'altra maglietta, ho cucito assieme i ltutto, ho aggiunto l'elastico in vita... ed ecco i miei freschi pantaloni per l'estate!!!

Per fare il berretto invece ho tagliato una manica della maglietta, ci ho aggiunto la stessa applicazione dei pantaloni ed ho cucito il tutto assieme...

ed ecco il risultato!!!


giovedì 10 aprile 2014

Bio o non bio? Questo è il problema!


http://www.stockvault.net/photo/134852/sunflower

Cos'è biologico? A mio parere Bio è solamente un'etichetta, una certificazione che viene pagata dal produttore e purtroppo per come vanno le cose in Italia temo che non sempre i controlli siano adeguati.

Compro Bio e dovrei sapere cosa finisce nel mio piatto, per lo meno dovrei avere alcune garanzie, dovrei sapere che bio vuol dire no organismi geneticamente modificati, vuol dire agricoltura sostenibile, vuol dire rotazione delle colture e molto altro.

Peccato che quando si vende l'etichetta bio non si tenga conto di vari altri fattori tra cui la presenza nelle zone limitrofe di altre aziende che possano contaminare i terreni e l'aria, la presenza di inquinamento dovuto ad altri fattori (amibientali, grandi città nelle vicinanze ecc), il da dove arrivano le sementi... alla fine, come tutto, basta cacciare il denaro ed ottieni ciò che vuoi...

Per mia fortuna ho amici contadini che pur non avendo questa etichetta producono assolutamente biologico e biodinamico e posso essere sicura di quello che mi metto nel piatto.

E poi succede che vado a recuperare dei semi di girasole per integrare lo svezzamento al solito negozietto da cui mi rifornisco quando non posso andare direttamente dal contadino, li pago uno sproposito senza guardare l'etichetta (mi fido, non ci ho pensato) e una volta giunta a casa scopro che sono coltivati e prodotti in Cina...

Non ho nulla contro la Cina ma mi fa altamente infastidire (per non dire altro) che i suddetti semi siano:

- certificati Bio con normativa europea (che controllo ha l'UE su dei prodotti cinesi? Come posso fidarmi?)
- di una pianta che cresce normalmente e abbondantemente se non in Italia almeno in altre zone UE (quindi perchè non prenderli da qui? dando lavoro dove c'è parecchia disoccupazione?)
- coltivati dall'altra parte del mondo (Possibile che costi meno con trasporto e tutto il resto portarli fin qui che non coltivarli in loco? possibile che ancora non ci rendiamo conto che il portare le merci da una parte all'altra del globo è uno spreco immane di risorse? e in più dopo mesi di stiva in una nave come posso pretendere di avere la stessa qualità del prodotto?)

Le ulteriori considerazioni le lascio a voi, io sono come al solito basita, stufa e schifata.
Superfluo dire che non comprerò mai più questo prodotto, la differenza è che questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Darò il via all'autoproduzione di tutto ciò che posso e riesco a farmi.
Ed ovviamente ve ne renderò partecipi!!!